Abbiamo un nuovo Vescovo

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Abbiamo un nuovo Vescovo

Oggi S.E. Mons. Verrucchi alle ore 12 come indicato dalla Santa Sede ha comunicato ad un folto numero di fedeli raccolti in Duomo la sua rinuncia a Vescovo di Ravenna per raggiunti limiti di età e la contemporanea nomina di S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni come nuova guida della diocesi di Ravenna-Cervia. Il vescovo ha letto un messaggio di saluto del nuovo vescovo, che troverete di seguito, e dato alcune indicazioni per meglio vivere questo passaggio di consegne soprattutto accompagnando questi due servi del Signore con la preghiera di tutta la comunità ravennate.

Una breve biografia di Mons.Ghizzoni.

Mons. Ghizzoni è nato a Cognento (comune di Campagnola, nella Provincia di Reggio Emilia) il 3 aprile 1955. È entrato nel seminario minore di Reggio Emilia, ed ha frequentato gli studi classici al liceo pubblico cittadino. Dopo l’esame di maturità ha studiato Teologia nello Studio Teologico Interdiocesano, conseguendo il Baccellierato. È stato ordinato sacerdote il 14 settembre 1979. Dopo l’ordinazione ha proseguito gli studi alla Pontificia Università Gregoriana, conseguendo la Licenza in Diritto Canonico e in Psicologia. Rientrato in Diocesi nel 1984, ha assunto l’insegnamento di Diritto Canonico nel Seminario diocesano di Reggio Emilia e di Psicologia nell’Istituto di Scienze Religiose della stessa città. Dal 1984 al 1994 ha ricoperto anche l’incarico di Vice Cancelliere in Curia e, dal 1986 al 1996, è stato Direttore del Servizio diocesano Vocazioni. Dal 1987 è Difensore del Vincolo nelle cause matrimoniali del Tribunale Ecclesiastico. È anche docente all’Istituto Superiore per Formatori sponsorizzato dalla Pontifìcia Università Gregoriana. Dal 1992 è Vice Direttore del Centro Nazionale Vocazioni e, dal 1994, Rettore del seminario vescovile di Reggio Emilia. Inoltre, dal 1998 è Assistente diocesano dei Giuristi Cattolici. Eletto Vescovo alla sede titolare vescovile di Ottana e nominato Ausiliare del Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla il 17 febbraio 2006. Viene ordinato Vescovo a Reggio Emilia il 29 aprile 2006, solennità del Primo miracolo della B.V. della Ghiara. Dal 17 novembre 2012 nominato Vescovo dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia.

Il saluto di Mons.Ghizzoni.

Carissimi fedeli della Chiesa di Dio che è a Ravenna–Cervia,
con le parole di San Paolo, mi rivolgo a voi che siete stati “santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!” (cfr. 1Cor 1,1ss)
Anch’io sono stato chiamato, a essere Vescovo “di Cristo Gesù per volontà di Dio” in mezzo a voi, per camminare insieme nella comunione e per crescere uniti nel desiderio della missione, affinché il mistero dell’amore di Dio che vuole tutti salvi, sia annunziato a ciascun uomo e donna della terra ravennate e cervese. Ho risposto positivamente, ma con timore alla chiamata della Chiesa, a causa della responsabilità che intravedo e della coscienza che ho delle mie capacità e limiti.
Rendo però lode a Dio a motivo della grazia che è stata data in Cristo Gesù ai nostri padri con sant’Apollinare fin dai primissimi passi del cristianesimo, che ci impegna a trasmettere questo patrimonio di fede e di civiltà ai ragazzi e ai giovani che si affacciano alla vita, a quelli che si sono sposati nel Signore o vivono situazioni coniugali difficili, a quelli che si sono allontanati dalla fede, ai nuovi abitanti delle nostre terre e anche a chi ha scelto di vivere come se Dio non ci fosse.
Insieme con il presbiterio diocesano, con i diaconi, con i consacrati, con i catechisti e gli educatori, con i ministri istituiti o di fatto, con i responsabili e gli animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, con le coppie e le famiglie impegnate nelle comunità cristiane, mi sento chiamato a rinvigorire innanzitutto la nostra fede in Dio, la fiducia nella sua paternità provvidente e misericordiosa, per poterla trasmettere efficacemente agli altri.
Penso infatti che il mio primo dovere tra voi sia quello di annunciare il Vangelo. E di chiedervi di divenire a vostra volta annunciatori e testimoni, con mitezza e rispetto, ma anche con un vivo desiderio di condividere la gioia della conoscenza personale di Gesù Cristo con quelli che ancora non lo amano, perché non lo conoscono. Come l’apostolo Paolo, credo che il frutto ci sarà non tanto per la sapienza delle parole o la potenza dei mezzi, ma per la coerenza della vita con il mistero della morte e risurrezione del Signore, “perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.”(1Cor 1,18). La nostra fede infatti non è fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Per camminare insieme verso questa meta, chiedo già da ora per tutti noi un dono straordinario allo Spirito Santo: un impulso verso l’unità, perché il mondo intorno a noi ci veda concordi e unanimi o almeno ci senta tesi verso la riconciliazione ogni volta che le inevitabili differenze di idee e abitudini, i nostri limiti e i nostri peccati, feriscono le relazioni comunitarie. Desidererei promuovere e collaborare all’edificazione di una Chiesa dove le comunità imparano presto i modi della riconciliazione e del risanamento della memoria, dove il perdono è il più importante dei valori, dove le mani vengono tese volentieri per l’incontro e la riappacificazione.
Desidero salutare innanzitutto voi ministri ordinati che sarete i primi collaboratori e per voi e con voi vorrei essere un costruttore di unità e di pace, perché da voi e da me Vescovo dipende in buona misura l’edificazione del Corpo di Cristo. L’Eucaristia che celebriamo insieme ai nostri fedeli è la fonte viva di questa crescita verso la maturità ecclesiale, che vede le comunità parrocchiali, le associazioni e i consacrati, i movimenti ecclesiali e i gruppi,
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lavorare insieme nel rispetto reciproco, come in una famiglia, se ben coordinati dai pastori. La preghiera e la sofferenza dei ministri ordinati più anziani o malati è anch’essa una fonte sicura di grazia e di pace per la nostra Chiesa, a loro va un saluto particolarmente grato.
Saluto anche i più giovani, il tesoro prezioso e fragile che le nostre comunità e le nostre famiglie potranno custodire e far crescere solo se faranno tra loro una forte alleanza, con una rinnovata fiducia nell’efficacia dell’educazione alla vita e alla fede, inscindibilmente. A loro, ai loro doni, al loro cammino vocazionale dovrà essere dedicata una parte significativa del nostro impegno, in continuità con quello che si sta compiendo. È una missione questa, che dà senso vero all’impegno fedele e alla coesione delle nostre famiglie e delle nostre comunità, alle associazioni e alla vita consacrata. Anche le vocazioni di speciale consacrazione di cui ha molto bisogno la nostra Chiesa, nascono da qui: dalla preghiera, dall’educazione e dalla formazione personale a seguire il Signore in pienezza, accogliendo i suoi consigli evangelici. Prego già da ora per i nostri seminaristi e per i giovani e le ragazze in ricerca vocazionale.
Nel cammino della fede, la verifica e il frutto più importante è la carità. A questo aspetto diffuso nella vita della nostra Chiesa di Ravenna–Cervia, – penso al’Opera S. Teresa con le sue diramazioni –, va anche la mia attenzione, per motivi personali, perché la mia stessa vocazione è stata alimentata anche dal fare famiglia coi poveri e coi piccoli, ma soprattutto per motivi ecclesiali. La via della carità oggi e nel contesto dei nostri territori, può essere assai efficace per portare a Cristo molti; per far vedere un volto di Chiesa che è apprezzabile e convincente anche per i più lontani. Imitando lo stesso Gesù non possiamo separare l’annuncio del Vangelo dalla cura dell’uomo, la rivelazione dell’amore provvidente di Dio dalla carità verso chiunque, anche verso il nemico, e dalla collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà per creare una società e un’economia giusta, equa, imparziale, ricca di solidarietà verso i più deboli.
Un saluto alle autorità civili, istituzionali, ai politici, agli amministratori e alle forze dell’ordine: vorrei che la nostra Chiesa continuasse a collaborare con voi nella ricerca del bene comune, pronta alla solidarietà, attenta anche a creare nuove vie per partecipare alla soluzione dei nuovi problemi sociali soprattutto se toccano le famiglie con figli piccoli o i giovani più nel disagio.
So di inserirmi in una tradizione ricca di fede e di modelli di santità, di cultura e di civiltà cristiane: voglio fare mio e rispettare questo patrimonio avendo la grazia di raccogliere quello che altri hanno seminato. E ringrazio tutti coloro che mi hanno preceduto nel ministero episcopale, soprattutto mons. Giuseppe Verucchi, che si è speso fortemente senza risparmio per questa Chiesa bella e nobile. Spero mi aiuterà con i suoi consigli, vista l’amicizia che ci lega. E saluto con affetto anche il Card. Ersilio Tonini, un testimone che ha lasciato una traccia in molti cuori e in molte coscienze, al quale chiedo soprattutto di accompagnarmi con la preghiera.
Mi affido ai patroni S. Apollinare, S. Paterniano, S. Pietro Crisologo, – ai quali associo anche s. Guido Maria Conforti – e invoco l’intercessione di questi Santi Vescovi perché mi sia donata la sapienza necessaria per la guida pastorale della Diocesi. Certo della protezione di Maria Madre di Dio e della Chiesa, Stella dell’evangelizzazione, qui venerata col titolo di Madonna Greca e Madonna del Pino, chiedo anche a lei di ottenermi quella carità pastorale senza la quale non si può generare alla fede e all’amore fraterno.
R.E., 17 novembre 2012. +Lorenzo Ghizzoni, vostro Vescovo

Carissimi fedeli della Chiesa di Dio che è a Ravenna–Cervia,con le parole di San Paolo, mi rivolgo a voi che siete stati “santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!” (cfr. 1Cor 1,1ss)Anch’io sono stato chiamato, a essere Vescovo “di Cristo Gesù per volontà di Dio” in mezzo a voi, per camminare insieme nella comunione e per crescere uniti nel desiderio della missione, affinché il mistero dell’amore di Dio che vuole tutti salvi, sia annunziato a ciascun uomo e donna della terra ravennate e cervese. Ho risposto positivamente, ma con timore alla chiamata della Chiesa, a causa della responsabilità che intravedo e della coscienza che ho delle mie capacità e limiti.Rendo però lode a Dio a motivo della grazia che è stata data in Cristo Gesù ai nostri padri con sant’Apollinare fin dai primissimi passi del cristianesimo, che ci impegna a trasmettere questo patrimonio di fede e di civiltà ai ragazzi e ai giovani che si affacciano alla vita, a quelli che si sono sposati nel Signore o vivono situazioni coniugali difficili, a quelli che si sono allontanati dalla fede, ai nuovi abitanti delle nostre terre e anche a chi ha scelto di vivere come se Dio non ci fosse.Insieme con il presbiterio diocesano, con i diaconi, con i consacrati, con i catechisti e gli educatori, con i ministri istituiti o di fatto, con i responsabili e gli animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, con le coppie e le famiglie impegnate nelle comunità cristiane, mi sento chiamato a rinvigorire innanzitutto la nostra fede in Dio, la fiducia nella sua paternità provvidente e misericordiosa, per poterla trasmettere efficacemente agli altri.Penso infatti che il mio primo dovere tra voi sia quello di annunciare il Vangelo. E di chiedervi di divenire a vostra volta annunciatori e testimoni, con mitezza e rispetto, ma anche con un vivo desiderio di condividere la gioia della conoscenza personale di Gesù Cristo con quelli che ancora non lo amano, perché non lo conoscono. Come l’apostolo Paolo, credo che il frutto ci sarà non tanto per la sapienza delle parole o la potenza dei mezzi, ma per la coerenza della vita con il mistero della morte e risurrezione del Signore, “perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.”(1Cor 1,18). La nostra fede infatti non è fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.Per camminare insieme verso questa meta, chiedo già da ora per tutti noi un dono straordinario allo Spirito Santo: un impulso verso l’unità, perché il mondo intorno a noi ci veda concordi e unanimi o almeno ci senta tesi verso la riconciliazione ogni volta che le inevitabili differenze di idee e abitudini, i nostri limiti e i nostri peccati, feriscono le relazioni comunitarie. Desidererei promuovere e collaborare all’edificazione di una Chiesa dove le comunità imparano presto i modi della riconciliazione e del risanamento della memoria, dove il perdono è il più importante dei valori, dove le mani vengono tese volentieri per l’incontro e la riappacificazione.Desidero salutare innanzitutto voi ministri ordinati che sarete i primi collaboratori e per voi e con voi vorrei essere un costruttore di unità e di pace, perché da voi e da me Vescovo dipende in buona misura l’edificazione del Corpo di Cristo. L’Eucaristia che celebriamo insieme ai nostri fedeli è la fonte viva di questa crescita verso la maturità ecclesiale, che vede le comunità parrocchiali, le associazioni e i consacrati, i movimenti ecclesiali e i gruppi,2lavorare insieme nel rispetto reciproco, come in una famiglia, se ben coordinati dai pastori. La preghiera e la sofferenza dei ministri ordinati più anziani o malati è anch’essa una fonte sicura di grazia e di pace per la nostra Chiesa, a loro va un saluto particolarmente grato.Saluto anche i più giovani, il tesoro prezioso e fragile che le nostre comunità e le nostre famiglie potranno custodire e far crescere solo se faranno tra loro una forte alleanza, con una rinnovata fiducia nell’efficacia dell’educazione alla vita e alla fede, inscindibilmente. A loro, ai loro doni, al loro cammino vocazionale dovrà essere dedicata una parte significativa del nostro impegno, in continuità con quello che si sta compiendo. È una missione questa, che dà senso vero all’impegno fedele e alla coesione delle nostre famiglie e delle nostre comunità, alle associazioni e alla vita consacrata. Anche le vocazioni di speciale consacrazione di cui ha molto bisogno la nostra Chiesa, nascono da qui: dalla preghiera, dall’educazione e dalla formazione personale a seguire il Signore in pienezza, accogliendo i suoi consigli evangelici. Prego già da ora per i nostri seminaristi e per i giovani e le ragazze in ricerca vocazionale.Nel cammino della fede, la verifica e il frutto più importante è la carità. A questo aspetto diffuso nella vita della nostra Chiesa di Ravenna–Cervia, – penso al’Opera S. Teresa con le sue diramazioni –, va anche la mia attenzione, per motivi personali, perché la mia stessa vocazione è stata alimentata anche dal fare famiglia coi poveri e coi piccoli, ma soprattutto per motivi ecclesiali. La via della carità oggi e nel contesto dei nostri territori, può essere assai efficace per portare a Cristo molti; per far vedere un volto di Chiesa che è apprezzabile e convincente anche per i più lontani. Imitando lo stesso Gesù non possiamo separare l’annuncio del Vangelo dalla cura dell’uomo, la rivelazione dell’amore provvidente di Dio dalla carità verso chiunque, anche verso il nemico, e dalla collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà per creare una società e un’economia giusta, equa, imparziale, ricca di solidarietà verso i più deboli.Un saluto alle autorità civili, istituzionali, ai politici, agli amministratori e alle forze dell’ordine: vorrei che la nostra Chiesa continuasse a collaborare con voi nella ricerca del bene comune, pronta alla solidarietà, attenta anche a creare nuove vie per partecipare alla soluzione dei nuovi problemi sociali soprattutto se toccano le famiglie con figli piccoli o i giovani più nel disagio.So di inserirmi in una tradizione ricca di fede e di modelli di santità, di cultura e di civiltà cristiane: voglio fare mio e rispettare questo patrimonio avendo la grazia di raccogliere quello che altri hanno seminato. E ringrazio tutti coloro che mi hanno preceduto nel ministero episcopale, soprattutto mons. Giuseppe Verucchi, che si è speso fortemente senza risparmio per questa Chiesa bella e nobile. Spero mi aiuterà con i suoi consigli, vista l’amicizia che ci lega. E saluto con affetto anche il Card. Ersilio Tonini, un testimone che ha lasciato una traccia in molti cuori e in molte coscienze, al quale chiedo soprattutto di accompagnarmi con la preghiera.Mi affido ai patroni S. Apollinare, S. Paterniano, S. Pietro Crisologo, – ai quali associo anche s. Guido Maria Conforti – e invoco l’intercessione di questi Santi Vescovi perché mi sia donata la sapienza necessaria per la guida pastorale della Diocesi. Certo della protezione di Maria Madre di Dio e della Chiesa, Stella dell’evangelizzazione, qui venerata col titolo di Madonna Greca e Madonna del Pino, chiedo anche a lei di ottenermi quella carità pastorale senza la quale non si può generare alla fede e all’amore fraterno.

R.E., 17 novembre 2012.

+Lorenzo Ghizzoni, vostro Vescovo

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