c’è da pensare

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c’è da pensare

Cari amici vi sottopongo un articolo apparso sul web oggi e vi invito a riflettere come sia difficile oggi fare sport anche a livello dilettantistico quando purtroppo i valori sono spesso messi da parte e la pratica sportiva cessa di essere divertimento e diventa purtroppo motivo di tristezza anzichè di gioia. Colgo l’occasione di queste poche righe per ringraziare, a nome della presidenza, tutti i nostri atleti, le loro famiglie, i dirigenti e gli allenatori, che anche quest’anno ci stanno regalando intensi momenti di gioia e di umanità, piena di sorrisi e di grande stima reciproca. Grazie! 

Dal Resto del Carlino del 08/03/12

Reggio Emilia, 8 marzo 2012 - Esclusa dalle gare di nuoto dalla sua società sportiva per essere andata al viaggio della Memoria. E’ quanto accaduto a una giovane 17enne di Albinea: il viaggio ad Auschwitz e Cracovia, assieme a compagne e compagni di quarta superiore del liceo scientifico «Moro», le è costato una sospensione dalle competizioni sportive fino al 15 marzo. Alla ragazza, tesserata per la società Coopernuoto Scsd di Correggio, è stata recapitata una lettera, a firma del presidente Gianluca Gualdi: «Fare parte di un gruppo sportivo – si legge nella missiva datata 24 febbraio – implica l’accettazione delle regole che la società si è data e che si è tenuti a osservare. La sua assenza ingiustificata agli allenamenti dal 13 al 18 febbraio per la sua decisione unilaterale di partecipare a una gita scolastica è andata contro le regole che era tenuta a rispettare.

Assenze così lunghe se non sono dettate da malattia e infortuni sono da concordare con la società, nella persona del d.t. Vincenzo Savelli. Tale comportamento in concomitanza con le finali regionali dove lei era agonisticamente molto impegnata, ha provocato danni alla società e ai suoi compagni di squadra. Per questo motivo ritengo sia giusto sospenderla dalle competizioni federali fino alla data del 15 marzo, verificando nel contempo la sua presenza agli allenamenti per giustificare la partecipazione ai Campionati Italiani di categoria del 31 marzo. La invito inoltre a fare una profonda riflessione sul prosieguo della sua attività agonistica, in quanto questa società non è disposta a tollerare comportamenti così gravi».
 

Va sottolineato come la giovane partecipi sì a competizioni agonistiche, ma comunque a livello dilettantistico. «Siamo increduli e arrabbiati – raccontano i genitori della ragazza, Marco e Donella – Nostra figlia nuota da quando ha cinque anni, facendo tantissimi sacrifici. Riteniamo che perdere una settimana di allenamenti per toccare con mano una delle pagine più oscure della storia dell’umanità sia assolutamente giusto e giustificabile. La scelta della società ci pare incredibile, inspiegabile. Anzi, un’ingiustizia vera e propria. Si parla spesso dell’importanza dello sport nella vita dei giovani. Si parla spesso di poter conciliare la scuola con l’attività sportiva. Qui la direzione è opposta a quella auspicata. Precisiamo che nostra figlia aveva comunicato alla società la volontà di prendere parte al viaggio con tre settimane d’anticipo rispetto alla data fissata per la partenza. Le è stato proibito di prendere parte ai regionali e ad altre gare. Nessuna assenza ingiustificata. Non siamo stati mai contattati dalla società per parlare e pensare a una possibile soluzione alternativa».

Una sospensione temporanea dalle competizioni per aver preso parte al viaggio della Memoria organizzato da scuola e Istoreco. «Un viaggio – si legge nelle note tecniche ed esplicative consegnate a genitori e alunni dall’istituto prima della partenza – a tutti gli effetti da intendersi come attività didattica, eventuali trasgressioni a quanto stabilito dagli insegnanti saranno sanzionate al rientro a scuola». «Nostra figlia – concludono i genitori – col nuoto ha chiuso definitivamente. Certe cose sono davvero impossibili da accettare». Scuola e sport: binomio da tutti auspicato ma troppe volte impossibile.

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